Etica e merito possono apparire parole vuote, sentite e ripetute praticamente all’infinito, ma l'abuso del termine non deve ingannare, perché è proprio la scarsa cultura del merito la causa principale dell’impoverimento e del declino dell’Italia.
Nel corso dell'Oscar Pomilio Forum 2013, quello di Roger Abravanel, presidente dell’Insead Council Italia ed esperto internazionale di economia e meritocrazia, è stato uno degli interventi più incisivi e, al tempo stesso, stimolanti. Senza risparmiare critiche a nessun elemento del sistema, l'economista ha esposto al pubblico un vero e proprio cahier de doléances.
«Etica e merito, sono certamente connessi, ma in un modo forse meno intuitivo di quanto potrebbe sembrare. L’etica è, in estrema sintesi, il risultato di una scelta morale. In quanto tale, tuttavia, essa non genera automaticamente meritocrazia, perché questa si persegue solo attraverso il rispetto delle regole. È questo – il mancato rispetto delle regole – che impedisce la nascita della meritocrazia nel nostro paese e dunque anche la causa principale della situazione drammatica in cui ci troviamo da molti anni».
In un’ampia e puntuale analisi che prende le mosse dai valori profondi di giustizia e uguaglianza su cui si fonda la cultura del merito, Abravanel ha saputo andare oltre le solite denunce e le generiche dichiarazioni dei politici contro il sistema delle raccomandazioni. Piuttosto, ha rilanciato il problema, facendo proposte concrete e praticabili e segnalando alcune best practices nostrane capaci di ridare slancio al Paese. Nella convinzione che possiamo uscire dal pantano, anche se «non tanto con l’etica, quanto con “the rule of law”, cioè il rispetto delle regole e la meritocrazia».