Dalla Casa Bianca a OPF 2013

L'etica economica secondo Ginger Lew

Comunemente si pensa a etica ed economia come a due mondi distinti e separati ma, secondo il pensiero liberale tradizionale, il buon funzionamento di un’economia di mercato e di uno Stato di diritto si basa anche su presupposti etici condivisi e su un particolare sistema di valori. Ed è la storia stessa a mostrarci come società e Paesi traggano il loro successo anche dal radicamento e dalla diffusione tra i cittadini e nelle istituzioni di queste regole di comportamento e dalla forma che esse assumono.

Se l’economista indiano Amartya Sen, premio Nobel per l’economia e tra le voci internazionali più autorevoli e impegnate nella lotta alla povertà e alla disuguaglianza, è uno tra i critici più severi della concezione dominante dell’economia intesa solo come “massimizzazione dell’interesse egoistico del singolo attore, per Thomas Piketty, l’economista francese autore del poderoso e fortunato saggio «Il capitale nel XXI secolo» che ha venduto 500mila copie negli Stati Uniti e bestseller anche in Italia, la questione chiave di questi anni è quella dell’uguaglianza. O meglio, della lotta ad una distribuzione troppo ineguale della ricchezza.

È in questo scenario che ci sembra utile riproporre come autorevole contributo alla discussione le riflessioni sull’etica dell’economia che Ginger Lew, CEO Three Oaks Investments LCC e già presidente del NASDAQ e membro direttivo del Consiglio Nazionale economico della casa Bianca, ha fatto all’OPF 2013. «Parlare di etica nell’economia – ha spiegato Lew nella sua densa lectio magistralis – specialmente in tempi di crisi, vuol dire affrontare anche la tentazione che si potrebbe avere di ignorarla, di prendere scorciatoie: una scelta miope che non porta benefici di lungo termine né alla società né all’economia».

«L’etica conta – ha poi aggiunto – perché fornisce le linee guida per condurre le nostre relazioni sociali e d’affari, promuove la fiducia stessa nel business, crea valori condivisi nella società e nella comunità imprenditoriale, promuove l’accesso ai capitali e la fiducia degli investitori. Ci sono tre livelli di etica nella società: quello nazionale (con standard macro-etici), quello aziendale e, infine, quello individuale, che riguarda anche i singoli imprenditori e il loro modo di fare business».

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